Berberidaceae
Crespino comune, Trespigno, Spina acida, Uvetta rossa. Barberry, Common barberry. Vinettier. Sauerdorn. Espino cambrón.
Etimologia: Il nome del genere "berberis"dal sanscrito "varvarata"= ruvidezza, il nome specifico dal latino "communis" = abituale, ordinario.
Distribuzione in Italia: Comune sulle Alpi, sporadica nel resto della penisola.
Habitat: pianta eliofila, meso-xerofila e termofila che vegeta in ambienti rupestri e rocciosi, pendii aridi, cespuglieti, radure di boschi, pascoli e coltivi abbandonati; Essendo l' ospite intermedio della "ruggine" del grano è stato da sempre estirpato, divenendo introvabile, negli ambienti coltivati a cereali.100÷2.000 m s.l.m.
Codibugnolo
Ordine: Passeriformes Famiglia: Paridae
Con una lunghezza di appena 15 centimetri – compresa la coda molto lunga, che da sola raggiunge i 7-9 centimetri –
il Codibugnolo è un piccolo passeriforme. La livrea si presenta nera e marrone, sul dorso, e biancastra nel ventre, con fianchi rossicci. Mostra attorno al capo una sorta di “corona bianca”.
La specie è presente in quasi tutta Europa – a parte Islanda, Scandinavia, Russia settentrionale e Ucraina – con diverse sottospecie (in Italia con la sottospecie Aegithalos c. italiae e con la sottospecie Aegithalos c. siculus, in Sicilia). Si adatta ad ambienti molto diversi, purché la copertura arborea sia semiaperta e non estesa. Frequenta di preferenza i margini forestali e i piccoli boschi, radure boschive con arbusti, coltivi alberati, giardini, parchi e frutteti. Predilige le latifoglie e le formazioni miste. Si rinviene anche in zone di macchia alta, in prossimità di aree umide e palustri con folta crescita di salicacee e ontano nero, nei saliceti di greto e nelle associazioni di salici e pioppi. Il Codibugnolo preferisce alimentarsi sugli alberi, ad eccezione della primavera, quando si dirige anche sui cespugli.
Ha le foglie palmate
I suoi fiori assomigliano ai tulipani!
Amaryllidaceae
Aglio pelosetto
Etimologia: Il nome del genere di questa pianta, usata dall'uomo da almeno 6000 a.c. si ritiene sia di origine celtica e significa "bruciante" per il sapore forte e pungente dovuto alla presenza di olio essenziale ricco di solfuri; per i latini "allium" = "aglio"
L'epiteto della specie deriva da "sub"= "sotto", cioè meno che "hirsutus" = "irsuto" = "poco irsuto" con riferimento alle foglie appena cigliate.
Proprietà ed utilizzi: Immagine Specie officinale
L'aglio è la pianta che da antichissimo tempo (circa 6000 a. C.) è servito alla medicina popolare per curare numerose malattie, per la sua attività antifermentativa, antiossiurica, antibatterica (Candida albicans), espettorante, antisettico polmonare e per la pertosse.
Costituente principale dell'aglio integro è l'alliina; se i tessuti vengono danneggiati (rottura) l'alliina si degrada per l'effetto di un enzima , l'alliineasi, in acido piruvico e acido 2- propensulfenico che da origine all'alliina dotata di attività antibatterica. Il caratteristico odore viene dato dal difolfuro di diallile. Viene segnalata anche la presenza di "ajoene" avente capacità antiaggregante piastrinico. mentre "la garlicina e l'alisina" hanno proprietà antibiotiche. Inoltre il bulbo contiene enzimi, ormoni sessuali, vitamine A, B1, B2, PP, C, sali minerali e oligominerali. Il succo fresco possiede un'azione curativa più incisiva che quello secco.
Per via esterna esercita un'attività rubefacente che a dosaggio elevato può causare vescicazione.
Curiosità: Nel medioevo i medici lo usavano, insieme a una maschera protettiva, per evitare i contagi. Anche nell'ultima guerra mondiale i soldati dell'esercito russo e inglese ne avevano una buona scorta per usarlo come antisettico per curare le ferite.